Rete dermatologica pugliese

MASSIMO TRAVAGLINI NOMINATO COORDINATORE

Il responsabile scientifico della nostra associazione, il Dottor Massimo Travaglini, dirigente responsabile dell’Unità operativa semplice dipartimentale Dermatologica – Centro per la cura della psoriasi della Asl Brindisi, è stato nominato coordinatore della Rete dermatologica pugliese, istituita con atto della Giunta regionale del dicembre scorso.
Ne fanno parte l’ospedale Perrino di Brindisi, il Policlinico di Bari e quello di Foggia, il Vito Fazzi di Lecce, l’ospedale Casa Sollievo della Sofferenza di San Giovanni Rotondo e il Miulli di Acquaviva delle Fonti. La Rete, secondo il modello “Hub and Spoke”, assicurerà la presa in carico dei pazienti nel luogo di cura più appropriato in base alle condizioni cliniche, con un’integrazione tra ospedali e territorio.
“La nomina del dottor Travaglini – sottolinea il direttore generale Maurizio De Nuccio – è la conferma dell’alta professionalità del team di operatori sanitari della Asl Brindisi”.
“Sono grato alla Giunta regionale – aggiunge Travaglini – e al Dipartimento Promozione della salute per la fiducia accordata. Lavorerò per assicurare il pieno funzionamento della rete, attraverso il confronto e la stretta collaborazione con tutti i colleghi che ne fanno parte”.
Per rendere operativo il progetto è stato istituito un tavolo tecnico che definirà i Percorsi diagnostico-terapeutici assistenziali (Pdta), garantirà un’attività di monitoraggio circa la qualità dell’assistenza e supporterà i programmi di screening per la diagnosi e la terapia delle malattie della pelle.
Del tavolo tecnico fanno parte i direttori delle Unità operative di Dermatologia di aziende sanitarie locali e ospedali, i direttori delle Aree di Epidemiologia e Innovazione sociale e sanitaria di Aress, i dirigenti di sezioni e servizi del Dipartimento Promozione della salute, i rappresentanti delle società scientifiche di settore. Ai lavori del tavolo potranno partecipare anche altri soggetti, come i rappresentanti delle associazioni di categoria e dei pazienti.

Donaci il tuo 5 per mille

Cosè il 5 per milleIl 5 per mille è una quota di imposte, a cui lo Stato rinuncia per  destinarla alle organizzazioni no-profit per sostenere le loro attività.

L’Associazione AIPA Italia, che non ha fini di lucro, è una iniziativa nata spontaneamente dalla volontà di numerosi pazienti del Centro di cura della Psoriasi dell’ospedale “A. Perrino” di Brindisi. L’AIPA svolge attività di volontariato, di divulgazione e scambio di informazioni relative alla cura della psoriasi, dell’artropatia psoriasica e delle affezioni analoghe ad esse connesse.

E’ per questo che chiediamo a tutti gli associati, ai loro amici e parenti e a quanti vorranno avvicinarsi alla nostra associazione, di devolvere ad AIPA Italia (Codice Fiscale 91074390740) il 5 per mille, indicandolo sulla propria dichiarazione dei redditi.

Il 5 per mille non ti costa nulla perchè non è una tassa in più.

Il 5 per mille NON sostituisce l’otto per mille destinato alle confessioni religiose. Sono due possibilità diverse ed è possibile utilizzarle entrambe per destinare parte delle proprie imposte per fini diversi.

La BPCO

La Broncopneumopatia Cronica Ostruttiva (BPCO), una frequente malattia prevenibile e trattabile, è caratterizzata da una persistente limitazione al flusso aereo (di seguito denominata ostruzione bronchiale), che è solitamente evolutiva e associata ad una aumentata risposta infiammatoria cronica delle vie aeree e del polmone a particelle nocive o gas ( fumo di sigaretta o altri inquinanti come poveri, gas e vapori irritanti ). Le riacutizzazioni e la presenza di comorbidità contribuiscono alla gravità complessiva nei singoli pazienti.

Si tratta della più frequente patologia cronica dell’ apparato respiratorio, è spesso sottostimata e diagnosticata tardivamente.

Si stima che il 4.5% della popolazione generale sia affetta da BPCO.

La spesa sanitaria, sia in termini di costo diretti ( farmaceutica e ricoveri ) che indiretti ( giornate lavorative, care givers ) è elevata.

Una diagnosi di BPCO deve essere sempre considerata in tutti i pazienti che presentino sintomatologia tipica ( dispnea, tosse cronica, espettorato cronico ) e fattori di rischio ( fumo di tabacco, esposizione lavorativa, inquinamento domestico o ambientale )

La diagnosi di BPCO, che non può prescindere dall’ esame spirometrico, richiede tuttavia una valutazione globale della patologia che ne consenta una valutazione di gravità

La prevalenza della BPCO in Puglia, secondo i dati del Progetto Quadro è del 3.1 % ( tale dato è stato ottenuto utilizzando items amministrativi identificativi di patologia su una coorte di soggetti di età superiore ai 45 anni.

La BPCO presenta un pesante impatto socioeconomico: assorbe circa il 6% dell’intera spesa sanitaria nazionale e comporta 10.5 giornate di assenza dal lavoro per paziente con BPCO/anno

La BPCO, che era al sesto posto come causa di morte nel 1990, diventerà la terza causa di morte nel Mondo entro il 2020.

La morbidità da BPCO può essere influenzata da altre comorbidità croniche direttamente correlate alla BPCO (per esempio le malattie cardiovascolari, il deficit muscoloscheletrico,il diabete mellito), che possono avere un’influenza sullo stato di salute del paziente e sul trattamento della BPCO.

Gli obiettivi del trattamento della BPCO sono:

  • prevenire la progressione della malattia
  • migliorare i sintomi
  • migliorar la tolleranza allo sforzo
  • migliorare lo stato di salute
  • prevenire e curare le riacutizzazioni
  • prevenire e curare le comorbilità
  • ridurre la mortalità
  • prevenire e minimizzare gli effetti collaterali della malattia

PREVENZIONE E TRATTAMENTO DEI FATTORI DI RISCHIO : fumo di tabacco

La cessazione del fumo e l’intervento fondamentale per tutti i pazienti con BPCO che continuano a fumare indipendente dal livello di gravità di malattia.

La terapia farmacologica per la BPCO è volta a ridurre i sintomi, a ridurre la frequenza e la gravita delle riacutizzazioni, a migliorare lo stato di salute e la tolleranza allo sforzo.

Dr. Francesco Salamino
Medico Chirurgo
Specialista in Pneumologia
Specialista in Allergologia e
Immunologia Clinica

 

L’Asma

DEFINIZIONE

L’asma bronchiale è una malattia cronica delle vie aeree caratterizzata da parziale ostruzione bronchiale, solitamente reversibile spontaneamente o in seguito alla terapia, da iperreattività bronchiale e da un accelerato declino della funzionalità respiratoria che può evolvere in alcuni casi in una ostruzione irreversibile delle vie aeree.

PREVALENZA E COSTI

L’asma è a tutt’oggi una malattia sottostimata perché sotto diagnosticata e trattata in modo insufficiente. Sono necessari nuovi sforzi soprattutto per migliorare la prevenzione, la diagnosi precoce, la percentuale di trattamenti corretti e l’adesione dei pazienti alla terapia.

Il controllo dell’asma si ottiene adottando comportamenti prescrittivi in linea con le strategie globali codificate in Linee Guida internazionali condivise dalla comunità scientifica e in continuo aggiornamento (Linee Guida GINA, Global Initiative for Asthma).

OBIETTIVI DEL TRATTAMENTO:

  • Ridurre al minimo/eliminare i sintomi
  • Ridurre al minimo/eliminare l’uso dei farmaci al bisogno
  • Nessuna visita in PS o ricovero per asma
  • Mantenere la funzione polmonare normale o al massimo possibile
  • Ridurre al minimo/eliminare l’abnorme variabilità del PEF
  • Prevenire le riacutizzazioni
  • Permettere una vita normale, comprendente l’attività fisica e la pratica sportiva
  • Ridurre al massimo i possibili effetti collaterali dei farmaci, usando le dosi minime efficaci Il trattamento del paziente asmatico, secondo le Linee Guida GINA comprende:
  • Riconoscimento ed eliminazione (se possibile) dei fattori inducenti o scatenanti (per esempio bonifica ambientale da allergeni)
  • Definizione del livello di gravità dell’ asma
  • Scelta della terapia farmacologica secondo livello di gravità e compliance (farmaci e modalità di somministrazione)
  • Valutazione del controllo dei sintomi
  • Adeguamento della terapia al livello di controllo (stepup o stepdown)

 

FATTORI DI RISCHIO PER LA COMPARSA DELL’ASMA 

  • Fattori individuali
  • predisposizione genetica
  • atopia
  • iperresponsività delle vie aeree
  • genere
  • etnia
  • obesità
  • Fattori ambientali
  • allergeni
  • sensibilizzanti professionali
  • fumo di tabacco
  • inquinamento atmosferico
  • infezioni delle vie respiratorie
  • fattori socio economici
  • dimensioni del nucleo familiare
  • abitudini alimentari e farmaci
  • vita prevalente in ambienti interni

Al momento della prima osservazione del paziente e quindi alla diagnosi, la definizione del livello di gravità dell’asma è utile per decidere tipo ed entità del trattamento farmacologico.

La presenza di almeno uno dei criteri di gravità è sufficiente per classificare un paziente in un determinato livello di gravità.

La classificazione di gravità è valida per i soggetti non in trattamento regolare, spesso alla prima osservazione.

Dr. Francesco Salamino
Medico Chirurgo
Specialista in Pneumologia
Specialista in Allergologia e
Immunologia Clinica

 

L’Artrite psoriasiasica

 

amenti della pelle e a desquamazione. La psoriasi artropatica è sempre stata considerata una malattia più lieve dell’artrite reumatoide e ad evoluzione non invalidante. Studi recenti hanno tuttavia dimostrato che una discreta percentuale di pazienti presenta una malattia articolare erosiva con sviluppo di deformità. Come l’artrite reumatoide, la psoriasi artropatica, se non trattata, può quindi diventare una patologia debilitante. Da qui l’importanza di una diagnosi precoce, fondamentale per poter mettere in atto il trattamento più efficace per bloccarne l’evoluzione. D’altro canto non sempre è facile cogliere i segnali premonitori, come sottolinea Ritchlin: «Le prime manifestazioni dell’artrite psoriasica variano terribilmente da paziente a paziente, per questo può essere una vera sfida riuscire a diagnosticarla precocemente e quindi a curarla adeguatamente. Il malato può infatti avere dolore solo a una articolazione o a un tendine, avere mal di schiena o presentare un dito o un’unghia gonfia. A volte l’unico sintomo può essere qualcosa che assomiglia al “gomito del tennista” o un tendine d’Achille dolorante». La psoriasi artropatica è una patologia cronica infiammatoria caratterizzata dall’erosione delle articolazioni e da lesioni della pelle che causano infiammazioni all’interno e intorno alle articolazioni. Circa il 30 per cento dei pazienti con psoriasi presenta manifestazioni articolari con un progressivo dolore delle giunture e gonfiore, spesso abbinato ad arrossamenti della pelle e a desquamazione. La psoriasi artropatica è sempre stata considerata una malattia più lieve dell’artrite reumatoide e ad evoluzione non invalidante. Studi recenti hanno tuttavia dimostrato che una discreta percentuale di pazienti presenta una malattia articolare erosiva con sviluppo di deformità. Come l’artrite reumatoide, la psoriasi artropatica, se non trattata, può quindi diventare una patologia debilitante. Da qui l’importanza di una diagnosi precoce, fondamentale per poter mettere in atto il trattamento più efficace per bloccarne l’evoluzione. D’altro canto non sempre è facile cogliere i segnali premonitori, come sottolinea Ritchlin: «Le prime manifestazioni dell’artrite psoriasica variano terribilmente da paziente a paziente, per questo può essere una vera sfida riuscire a diagnosticarla precocemente e quindi a curarla adeguatamente. Il malato può infatti avere dolore solo a una articolazione o a un tendine, avere mal di schiena o presentare un dito o un’unghia gonfia. A volte l’unico sintomo può essere qualcosa che assomiglia al “gomito del tennista” o un tendine d’Achille dolorante».  

 

La Psoriasi

La psoriasi è una malattia cutanea ad eziologia ancora ignota, non contagiosa, caratterizzata dall’aumento dell’attività mitotica relativa all’epidermide, si manifesta attraverso ispessimenti, arrossamenti e squame argentee, la sua evoluzione è imprevedibile. In passato la psoriasi veniva definita come la “malattia del sano”, attualmente invece, si è passati dalla definizione di patologia di interesse esclusivamente cutaneo a quella di psoriasi come malattia sistemica. Psoriasi dei gomitiTale cambiamento deriva dalla scoperta che alla base di questa patologia, soprattutto nelle forme gravi, ci sono comorbidità diverse. Sono numerose infatti, le condizioni associate alla psoriasi: il morbo di Crohn, il diabete mellito di tipo 2, la sindrome metabolica, i problemi al colon, la dilatazione dei vasi, sintomi depressivi e alcune neoplasie (tumori). Tra le diverse comorbidità, inoltre, è aumentato l’interesse in particolare per i disordini metabolici e psicologici. Per quanto riguarda i disordini della sfera emotiva è da sottolineare, l’elevata incidenza di depressione ed idea di suicidio come conseguenza di una patologia cronica spesso invalidante e stigmatizzante come la psoriasi. Psoriasi della manoRelativamente ai disordini metabolici, sempre maggiore è la percentuale di pazienti psoriasici affetti da soprappeso, obesità, insulino-resistenza, ipertensione arteriosa. Quando sono presenti tre o più di queste condizioni, si parla di sindrome metabolica. I fattori scatenanti della psoriasi sarebbero legati anche a traumi di tipo meccanico, chimico o allergico (lesioni della cute, tatuaggi, ustioni fisiche e chimiche) come anche a componenti di tipo emotivo. Secondo alcuni studi, infatti, lo stress psichico, oltre a scatenare il morbo, si presenta anche come elemento di riacutizzazione. Molto diffuse ed efficaci risultano le terapie sistemiche.

Il Progetto

Nell’ultimo decennio l’approccio diagnostico e terapeutico alla Psoriasi ed all’Artrite Psoriasica si è notevolmente modificato a seguito della progressiva presa di coscienza da parte del mondo medico della gravità della patologia e della sua potenzialità altamente invalidante e disabilitante sul paziente. In questo senso, le più recenti acquisizioni scientifiche hanno via via mutato profondamente l’atteggiamento degli specialisti reumatologi e dermatologi nei confronti della malattia, che è passato da un approccio attendistico che riservava l’impiego di farmaci antireumatici specifici (i cosiddetti Disease Modifying AntiRheumatic Drugs, DMARDs) solo ai casi più aggressivi ed agli stadi più avanzati della patologia, ad una strategia più aggressiva mirata ad un intervento precoce in grado di anticipare i danni articolari irreversibili prodotti dalla malattia.
Oggi è noto come I’artrite psoriasica, così come tutte le altre poliartriti infiammatorie comunemente classificate come spondiloartriti sieronegative (spondilite anchilosante, etc), sia caratterizzata da una fase d’esordio (la cosiddetta Early Arthritis) che normalmente non supera i 6 mesi dall’insorgenza dei primi sintomi e che di fatto precede lo stadio di cronicizzazione del processo flogistico autoimmune, una volta avvenuto il quale risulta molto più complesso contenere la potenzialità distruttiva e invalidante della patologia.
Molti autori sono ormai inoltre concordi sull’esistenza di quella che viene comunemente indicata come “window of opportunità for the treatment”, definita come una ristretta finestra temporale di maggior sensibilità dell’artrite reumatoide ai trattamenti anti-reumatici, collocata proprio nelle fasi più precoci della patologia.
In questa ottica, appare evidente come il miglioramento dell’outcome di malattia passi inevitabilmente attraverso la diagnosi precoce di qualunque caso di artrite all’esordio, nonché attraverso l’impostazione di un corretto trattamento fin dalle primissime fasi della patologia.
Queste acquisizioni naturalmente si sposano efficacemente con il sempre crescente numero di terapie a disposizione del dermatologo che accanto ai già citati DMARDs tradizionali può ora annoverare anche una serie di trattamenti anticitochinici e/o anticellulari (generalmente indicati come “farmaci biologici”) che, soprattutto se impiegati già durante la window of opportunity, possono influire profondamente sui meccanismi patogenetici della flogosi reumatoide.
Tuttavia la diagnosi precoce dell’artrite psoriasica è spesso tutt’altro che semplice, dato l’aspetto polimorfo che la patologia può assumere al suo esordio nei diversi soggetti ed in considerazione dell’elevato numero di condizioni patologiche di altra natura in grado di presentarsi con un quadro clinico esattamente sovrapponibile a quello di un’artrite reumatoide in fase iniziale.
In questo contesto, è nata l’idea di sviluppare un progetto per il riconoscimento precoce dell’ artrite psoriasica, il cui successo si fonda sullo sviluppo di un rapporto sempre più stretto, nel rispetto dei reciproci ruoli, tra MMG, cui spetta il compito di identificare i casi suggestivi da inviare precocemente ad una valutazione di secondo livello, e specialista dermatologo cui è affidato il ruolo di confermare (avvalendosi di tutti gli strumenti a disposizione di un centro specializzato) il sospetto diagnostico iniziale e di intraprendere la terapia corretta per indurre la remissione di malattia.
Per questo è stato concepito il progetto BASE (Brindisi Arthritis Psoriatic Early), che si pone la finalità di creare per la prima volta sul territorio brindisino un percorso diagnostico/terapeutico dedicato alla diagnosi precoce dell’artrite psoriasica, attraverso l’acquisto e l’utilizzo di un ecografo perche’ la diagnosi ecografica e’ diventata essenziale, insieme alla clinica, per effettuare una diagnosi precoce delle lesioni articolari in corso di psoriasi, da destinare al centro per la cura della psoriasi dell’ospedale Antonio Ferrino, che ha una importante casistica di artrite psoriasica e potrebbe avvalersi della diagnosi ecografica per anticipare significativamente la diagnosi e iniziarne quindi le terapie piu’ adeguate.
Nella valutazione delle problematiche artritiche delle mani (artrite psonasica e osteoartrite), l’ecografia b-mode e con power doppler ha un ruolo fondamentale per l’identificazione della flogosi delle articolazioni interfalangee (ifp e ifd) e metacarpofalangee (mct). Inoltre l’utilita’ fondamentale dell’ecografia non si limita solo alla precoce identificazione delle lesioni artritiche in corso di psoriasi ma puo’ essere molto utile nel follow up dei pazienti con artrite psoriasica trattati con terapie sistemiche in particolare i farmaci biologici.
Dopo questa premessa sarebbe molto importante nella realta’ brindisina avere a disposizione un ecografo perche’ permetterebbe la precoce individuazione del coinvolgimento articolare in corso di psoriasi con la primaria valutazione delle articolazioni interfalangee distali. Sarebbe indispensabile nei casi in cui sia impossibile effettuare una biopsia sinoviale, la diagnosi precoce di artrite psoriasica nelle articolazioni interessate con la possibilita’ di iniziare subito trattamenti adeguati per bloccare la progressione della malattia.
Da un punto di vista clinico, senza l’ausilio ecografico, la diagnosi precoce dell’artrite psoriasica e’ difficile perche’ può presentarsi una diagnosi di artrite psoriasica senza onicopatia psoriasica che e’ una delle prime manifestazioni della pelle presenti in corso di artrite, oppure una diagnosi di artrite psoriasica con onicopatia psoriasica, oppure psoriasi cutanea senza interessamento articolare e infine una onicopatia psoriasica senza interessamento articolare. Questa variabilita’ di manifestazioni patologiche non facilitano la diagnosi se non si utilizzano gli strumenti di diagnosi ecografica.
Il progetto BASE quindi potrebbe portare innumerevoli benefici alla salute dei pazienti con problemi di psoriasi associati alle problematiche articolari, sia in termini di evitare la progressione della malattia con le terapie piu’ adeguate sia per monitorare poi queste terapie, la loro efficacia e la loro tollerabilita’. Ecco perche’ la nostra associazione AIPA MOLTO ATTIVA NEL TERRITORIO PUGLIESE CHE CONTA CENTINAIA DI ISCRITTI vorrebbe collaborare con istituzioni e aziende private per far si che la diagnosi ecografica sia possibile nel centro per la cura della psoriasi dell’ospedale di Brindisi per diagnosticare subito I’artrite psoriasica perche’ oggi se diagnosticata precocemente si puo’ curare e impedire la devastante progressione che portava e porta ancora oggi a una disabilita’ pressoché totale. Si e’ fatto tanto, ma tanto c’e’ ancora da fare per questi malati che hanno bisogno di un percorso diagnostico adeguato, efficiente e soprattutto precoce.